“Tutto era iniziato a Roma, con il trattato del 1957 che doveva garantire le quattro libertà europee, ovvero libertà di circolazione per beni, servizi, capitali e persone. Ed è proprio a Roma che si è iniziato a disfare l’opera di due generazioni di europei”, scrive La Tribune[...]
Libération ricorda che
“la libera circolazione all’interno dell’Unione costituisce – su un piano diverso rispetto all’euro o al programma Erasmus – una della rivoluzioni che hanno trasformato la vita quotidiana di milioni di persone, che ormai vanno e vengono a loro piacere e senza visto. Ciò dimostra che l’Europa – spesso mostruosamente astratta e burocratica – sa anche accrescere sostanzialmente la libertà e trasformare quella che un tempo era mera utopia in altrettanti nuovi diritti per i cittadini degli stati membri. Questo è il significato dello spazio Schengen: un progresso storico e un avanzamento democratico, che vanno di traverso ai nazionalisti e agli opportunisti di ogni risma che sognavano di recuperare alla prima occasione gli attributi di sovranità dei loro stati-nazione”.
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