martedì 28 agosto 2012

Il segreto del piccolo Matteo, il bimbo che non fa paura alle marmotte - Corriere.it

Il segreto del piccolo Matteo, il bimbo che non fa paura alle marmotte - Corriere.it

Basta sparare sui meridionali: abbiamo dato | Italians

Basta sparare sui meridionali: abbiamo dato | Italians

Caro Beppe,
ora basta, credo che con l’ennesima email ignorante sul sud (Luca Rossi – http://bit.ly/U6tF6J), dovreste cambiare il nome al forum e chiamarlo north-Italians e non Italians.
Al sig. Rossi che si permette di fare l’ennesimo distinguo basato sulle solite geografie massimaliste un po’ ignoranti, mi permetto di ricordare che se oggi puo’ tranquillamente fare il turista nei Balcani lo deve anche al scarificio dei suoi “rozzi” compatrioti meridionali.
Nelle varie missioni balcaniche (Croazia, Bosnia, Kosovo, Macedonia, Albania, etc) sono morti direttamente piu’ di 30 militari italiani e indirettamente altri 28 a cause dell’Uranio Impoverito. Il 90% di questi caduti sono meridionali.
Il cognome Rossi, con una concentrazione importante nel centro nord e’ in realta’ altamente diffuso in tutta Italia, con una presenza in tutti le ragioni. Faida familiare?
Ricordo un articolo del Sole24ore dell’anno scorso: “il sud come matrioska deformata del nord: più piccola, ma con gli stessi tratti (…) hanno comunque un legame di simbiosi. Non sarà un caso che, oggi, il 40% di quanto si produce al nord finisca al sud. E che il 63% di ciò che si spende al sud vada al nord” – (http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-05-24/caccia-industria-giannola-svimez-221255.shtml?uuid=AaChMDaD&p=2)
Vorrei se possibile ricordare al sig. Rossi che ha visitato i Balcani, ma forse non il nostro sud, che quella e’ stata una tragedia immane, e che questi paralleli prima di proporli bisognerebbe meditarli piu’ volte.
In un mondo globalizzato con 1,3 MLD di cinesi e 1 MLD di indiani, i distinguo di “provincia” italiani sono il segno indestinguibile del nostro declino…
Cordialmente,

Giuseppe E. F.,

venerdì 17 agosto 2012

Contro Darwin ora c’�un disegno intelligente - Corriere.it

Contro Darwin ora c’�un disegno intelligente - Corriere.it
nessuno (o quasi) in Europa pensa che l’uomo sia nato da un pugno di creta e la donna da una costola di Adamo, ovvero che la Genesi sia da prendere alla lettera, rappresentazione allegorica di una realtà storica. Eppure negli Stati Uniti l’ultimo sondaggio Gallup del giugno scorso rivela che il 46% degli americani crede nella creazione come origine del mondo, percentuale di poco mutata rispetto agli anni Ottanta, nonostante i progressi scientifici. 

lunedì 6 agosto 2012

Lavori al call center? Precario per sempre Colpa di un comma del decreto Sviluppo – Il Fatto Quotidiano

Lavori al call center? Precario per sempre Colpa di un comma del decreto Sviluppo – Il Fatto Quotidiano

COME GLI STORICI ARABI RACCONTARONO LE CROCIATE - Lettere al Corriere della Sera

COME GLI STORICI ARABI RACCONTARONO LE CROCIATE - Lettere al Corriere della Sera
Ho letto libri e notizie sulle Crociate ma gli avvenimenti storici sono sempre visti dal lato cattolico. Esistono libri sullo stesso argomento in cui la vicenda è vista da storici islamici?
Giuseppe Santarelli , emasant@teletu.it

COME GLI STORICI ARABI RACCONTARONO LE CROCIATECaro Santarelli, N el 1829 apparve a Parigi un libro intitolato Chroniques arabes. Era opera di un grande arabista francese, Joseph Toussaint Reinaud, e presentava al lettore un’antologia di brani tratti da opere di cronisti arabi dell’epoca delle crociate. Reinaud fu maestro di Michele Amari (ministro della Pubblica istruzione dal 1862 al 1864, autore di una Storia dei musulmani in Sicilia) e aveva lungamente lavorato per la sua opera su manoscritti arabi conservati nella Biblioteca del Re. Più tardi, fra il 1872 e il 1906, molti testi integrali apparvero in un grande Recueil des historiens des Croisades a cura di Charles Barbier de Meynard. Fu allora possibile leggere le cronache di molti storici noti nel mondo arabo fra cui Ibn al-Athir, Bahà ad-din, Abu Shama, Abu l-Fidà. Ho tratto queste notizie dalla introduzione di Francesco Gabrieli (uno dei maggiori arabisti italiani del secolo scorso) a un libro, Storici arabi delle Crociate, apparso presso Einaudi nel 1963. Gli autori scelti e tradotti da Gabrieli sono quindici fra cui Imàd ad-din al-Isfahani che fu segretario del Saladino e autore di una storia della conquista di Gerusalemme continuata sino alla morte del grande combattente curdo. I toni e gli accenti delle storie arabe non sono diversi da quelli delle storie cristiane: lo stesso ardore religioso, lo stesso amore per i propri luoghi santi (il Santo Sepolcro per gli uni, la Santa Roccia da cui Maometto salì in cielo per gli altri), la stessa caratterizzazione spregiativa dei nemici: cani saracini nelle cronache cristiane, porci cristiani nelle cronache arabe. Fra i testi tradotti da Gabrieli vi è quello di una delle molte tregue che furono firmate dai contendenti durante le loro interminabili guerre. Si compone di due documenti paralleli nei quali ciascuno dei due firmatari invoca tre volte il proprio Dio, i propri sacri testi, il proprio messia e promette di punire se stesso, se romperà la tregua, con una stessa penitenza: trenta pellegrinaggi alla Mecca per il negoziatore arabo, trenta pellegrinaggi a Gerusalemme per il negoziatore cristiano. Ciascuno dei due negava la verità della fede professata dall’altro, ma entrambi accettavano un patto in cui ogni firmatario aveva giurato in nome del proprio Dio. Non si combattevano, in altre parole, perché erano radicalmente diversi. Si combattevano perché erano straordinariamente simili.

P.S. Con questa risposta la rubrica va in congedo per tre settimane. A tutti i lettori buone vacanze. Ci ritroveremo domenica 26 agosto.