martedì 25 giugno 2013

Maxwell Maltz e l’immagine del nostro io | Italians

Maxwell Maltz e l’immagine del nostro io | Italians
Maltz si decise a scrivere “Psicocibernetica” dopo aver constatato con una certa frequenza (e un certo stupore) che le persone erano “legate” alla loro immagine interiore di sé in modo indipendente dalla loro immagine esteriore.

“Questo mi fece capire che la ricostruzione dell’immagine fisica non era la chiave al cambiamento di personalità. La plastica facciale doveva, di solito ma non sempre, agire su un certo quid, e quando questo quid veniva ricostruito la persona stessa cambiava. Al contrario, quando ciò non avveniva, l’individuo restava quel che era anche se i suoi lineamenti erano radicalmente diversi…se quindi questo ′volto della personalità′ poteva essere ricostruito, se era possibile eliminare le vecchie cicatrici psicologiche, allora e solo allora la persona stessa cambiava anche senza un intervento di chirurgia plastica”.

Turismo: non lamentiamoci se la Spagna ci ha soppiantato | Italians

Turismo: non lamentiamoci se la Spagna ci ha soppiantato | Italians

PERCH� � BENE CHE IL QUIRINALE RESTI IL PALAZZO DELLA NAZIONE - Lettere al Corriere della Sera

PERCH� � BENE CHE IL QUIRINALE RESTI IL PALAZZO DELLA NAZIONE - Lettere al Corriere della Sera

Gli antistaminici minacciano i microecosistemi fluviali - Corriere.it

Gli antistaminici minacciano i microecosistemi fluviali - Corriere.it

La �peste� dei pesticidi e le conseguenze (gravi) sui bambini - Corriere.it

La �peste� dei pesticidi e le conseguenze (gravi) sui bambini - Corriere.it

domenica 26 maggio 2013

Vittorio Alfieri e il punto e virgola premonitore | Italians

Vittorio Alfieri e il punto e virgola premonitore | Italians

Buongiorno Beppe, ho trovato nella biblioteca di mia madre un libro di Vittorio Alfieri. “Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è proposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d’impunità. E quindi, o questo infrangilegge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno o molti; e a ogni modo chiunque ha una sua forza effettiva che basti, a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo che lo sopporta, è schiavo”. Ecco, mi sembra che l’autore abbia le idee chiare su come si debba usare il punto e virgola. Oggi mi sembra che non ci si provi neanche, sbaglio?

Francesco De Toma,
Il punto e virgola è il più breve trattato filosofico mai scritto. Che ritmo, ragazzi. Viva Vittorio Alfieri! Leggi “La vita” – fascinoso & rock.

venerdì 17 maggio 2013

Caselli: Sentenza Andreotti? Il popolo �stato truffato | Linkiesta.it

Caselli: Sentenza Andreotti? Il popolo �stato truffato | Linkiesta.it
«Sulla sentenza Andreotti il popolo italiano è stato truffato». Il procuratore della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli va giù duro. «Ormai è opinione diffusa che Andreotti sia stato assolto e perseguitato da innocente, e che abbia dovuto subire oltre dieci anni di calvario giudiziario. È falso»

Le cose cambiano, �Sono cresciuto in una citt�dove nessuno era gay� | La ventisettesima ora

Le cose cambiano, �Sono cresciuto in una citt�dove nessuno era gay� | La ventisettesima ora

martedì 14 maggio 2013

Fez e camicia nera - Lettere al Corriere della Sera

Fez e camicia nera - Lettere al Corriere della Sera

Caro Romano, può spiegarci il perché i dirigenti fascisti, compreso Mussolini, avevano adottato la divisa militare con camicia nera e un copricapo cosi buffo?

Antonio Marciello , Il fez era il copricapo degli Arditi, un corpo costituito durante la guerra che ebbe un legame con la spedizione di Fiume e rappresentò un modello per il primo fascismo. Il nero era il colore preferito dagli anarchici e dagli anarcosindacalisti, anch’essi imparentati per certi aspetti con i Fasci di combattimento.

lunedì 13 maggio 2013

Il Tar condanna l’Agenzia delle Entrate - Cronaca - La Nuova Sardegna

Il Tar condanna l’Agenzia delle Entrate - Cronaca - La Nuova Sardegna
Sassari, accolto il ricorso di un contribuente che si era visto negare l’accesso agli atti durante un contenzioso sul rimborso dell’Iva

Laurea, tecnologia e qualit�il contadino in Italia cambia cos�- Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it

Laurea, tecnologia e qualit�il contadino in Italia cambia cos�- Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it

giomazza15 ore fa
Il mondo agricolo italiano che è migliorato nell'organizzazione, nelle dimensioni e nella qualità deve fare l'ultimo passo,
quello di escogitare una strategia di sviluppo: c'è già il modello delle cooperative italiane cui ispirarsi, le cooperative
agricole della Romagna e del Trentino e le vinicole delle regioni meridionali. Imitare in modo creativo i modelli
di sviluppo più riusciti è una efficace strategia di sviluppo, stabilire delle collaborazioni tramite le organizzazioni
in cui si ripone più fiducia, tramite internet, tramite le università di agraria. Leggere le pubblicazioni sulle migliori
esperienze agricole, farne delle sintesi, discuterne nelle proprie organizzazioni, prendere qualche decisione
per migliorare e crescere insieme ad altre aziende, utilizzando tutti i diversi fattori utili alla crescita.
Importante è che ci sia un ruolo significativo per i giovani preparati.

lunedì 22 aprile 2013

La partita sul Colle

Giovedì 18 aprile - In piazza sale la tensione e qualche iscritto brucia la tessera del Pd. Claudia Costa è una di loro, ha le lacrime agli occhi. È imbufalita per il patto con il Pdl su Marini. «Perché l'ho fatto? Perché non l'ho fatto prima, piuttosto - risponde al cronista che la interpella - dopo anni che abbiamo detto che il Pdl è improponibile andiamo a fare degli accordi?» (Ansa)

Giovedì 18 aprile - In piazza sale la tensione e qualche iscritto brucia la tessera del Pd. Claudia Costa è una di loro, ha le lacrime agli occhi. È imbufalita per il patto con il Pdl su Marini. «Perché l'ho fatto? Perché non l'ho fatto prima, piuttosto - risponde al cronista che la interpella - dopo anni che abbiamo detto che il Pdl è improponibile andiamo a fare degli accordi?» (Ansa)

http://www.corriere.it/reportage/politica/2013/partita-colle_1352c122-a997-11e2-8070-0e94b2f2d724.shtml#6

venerdì 19 aprile 2013

Presidente della Repubblica, live | Il Post

Presidente della Repubblica, live | Il Post: Un po’ di storia. Giorgio Napolitano �l’undicesimo presidente della Repubblica italiana e venne eletto al quarto scrutinio il 10 maggio 2006. Prima di lui, tre presidenti erano stati eletti al primo scrutinio (Enrico De Nicola nel 1948, Cossiga nel 1985 e Ciampi nel 1999) e altri due al quarto scrutinio (Einaudi nel 1948, Gronchi nel 1985). Gli altri cinque presidenti hanno avuto elezioni decisamente pi� problematiche: Antonio Segni nel 1962 venne eletto al nono scrutinio, Pertini (1978) e Scalfaro (1992) entrambi al sedicesimo, Giuseppe Saragat (1964) al ventunesimo – con dodici giorni tra la prima e l’ultima votazione – e Giovanni Leone (1971) attuale detentore del record, al ventitreesimo.

lunedì 15 aprile 2013

Thatcher: nessuno in UK ne parla bene | Italians

Thatcher: nessuno in UK ne parla bene | Italians
Leggendo la lettera di Luca Rubini “Mrs Thatcher e la mentalità degli italiani” (http://bit.ly/10VkTea), in cui si invoca l’avvento di una Lady di Ferro per risolvere l’attuale stallo della politica italiana, resto perplessa. In 5 anni vissuti in UK sinceramente non ho mai trovato un solo inglese (left or right wing) che ne parlasse bene e difendesse il suo operato. Mrs Thatcher ha distrutto l’industria manifatturiera, spingendo il Regno Unito verso il terziario avanzato, tarpando il welfare e ridimensionando la middle-class. Nulla di male, se abiti a Londra e fai il banchiere o nel sud dell’Inghilterra e sei latifondista, ma se abiti nelle periferie di Liverpool, Manchester e Glasgow non hai un gran futuro, in parte grazie a lei. Pensare di non avere un modello economico alternativo a quello neo-liberista significa avere poca visione. Pensiamo al modello tedesco, che ha un welfare generoso e un’economia solida fortemente impostata sull’industria e gli export. Le aziende tedesche sono più solide perché sono mediamente più grosse di quelle italiane, sono più organizzate, investono di più in ricerca e sviluppo, e non perché non pagano le tasse. La mancanza di meritocrazia nel nostro paese sicuramente è un grosso ostacolo, soprattutto perché non lascia emergere le eccellenze. Noi italiani – ahimè – siamo sempre alla ricerca di un papa, di un padre o di un dittatore, di qualcun altro che decida per noi. Invece dovremmo iniziare a confrontarci, abbattendo le campanilistiche barriere, non c’è nulla di male, confrontarsi significa crescere … e forse uscire dal declino. Cordialmente,
Laura Brioschi

venerdì 29 marzo 2013

Dieci anni fa moriva l’uomo che sconfisse la Sars | Linkiesta.it

Dieci anni fa moriva l’uomo che sconfisse la Sars | Linkiesta.it
Il coraggio di Urbani e la sua eredità torneranno sicuramente utili quando si presenterà un altro scenario simile.«Il modello impostato da lui  sarà usato per contenere le future epidemie con successo. In questo decennale merita la gratitudine che il pianeta gli sta conferendo», scrive Kevin Fong su The Observer.

giovedì 21 marzo 2013

Chi c'�dentro i Meetup grillini | VICE Italia

Chi c'�dentro i Meetup grillini | VICE Italia: Ma c’�qualcosa che possiamo fare intanto per curarci?
L’urinoterapia.

lunedì 4 marzo 2013

Su la testa!

La mania degli smartphone impazza. Qualche settimana fa ero negli Stati Uniti: per le strade di Washington c'è un popolo di “zombi” che cammina con la testa rivolta verso il basso. In una mano l'amato iPhone, nell'altra l'immancabile tazza di caffè: c'è chi scrive, chi telefona, chi naviga; poi ci sono quelli che fanno jogging, naturalmente con un iPhone ben appiccicato a un braccio. Da noi, non è che le cose vadano molto diversamente. Sui treni, per strada, nelle sale di attesa: sembra che tutti abbiano l'urgenza di comunicare costantemente con qualcuno. Siamo una società follemente innamorata del nostro cellulare, tanto da non staccarcene mai.
Editoriale - Valle d'Aosta unica per natura

lunedì 4 febbraio 2013

LA SORTE DEGLI EBREI EUROPEI FRA MUSSOLINI E HITLER - Lettere al Corriere della Sera

LA SORTE DEGLI EBREI EUROPEI FRA MUSSOLINI E HITLER - Lettere al Corriere della Sera

Durante una visita al quartiere ebraico di Praga un amico americano mi ha detto che gli italiani, durante il secondo conflitto mondiale, furono tra i popoli più attivi nel proteggere gli ebrei dalle persecuzioni razziali e dalla deportazione. E questo sia in patria che all’ estero. Vorrei sapere se questa affermazione corrisponde al vero.

Marco Corsi ,
LA SORTE DEGLI EBREI EUROPEI FRA MUSSOLINI E HITLER
Caro Corsi,
esiste effettivamente un interessante problema storico: perché l’Italia, dove erano state adottate leggi pesantemente discriminatorie, trattò gli ebrei, nelle zone occupate dalle sue forze armate, in modo alquanto diverso da quello delle autorità tedesche? Su queste vicende esistono ormai studi e memorie autobiografiche. Sappiamo che molti ebrei polacchi, dopo la sconfitta della Polonia nel 1939, furono salvati grazie a visti concessi, spesso con l’autorizzazione di Galeazzo Ciano, da due diplomatici italiani, Mario Di Stefano e Giovanni Vincenzo Soro (la vicenda è stata raccontata da Sergio Minerbi nella rivista Nuova Storia contemporanea del maggio 2008). Sappiamo che fra il 1942 e il 1943 il console generale a Salonicco Guelfo Zamboni riuscì a salvare, con l’autorizzazione del ministero degli Esteri, molti ebrei della città, non soltanto italiani. E sappiamo che questa fu la linea generalmente adottata dalle autorità militari nelle zone soggette alla loro responsabilità: proteggere gli ebrei che avevano un passaporto italiano e impedire che la lunga mano delle autorità tedesche s’impadronisse di ebrei d’altra nazionalità residenti nella stessa circoscrizione.

La ragione di questo atteggiamento è bene spiegata in un libro di Daniel Carpi, storico israeliano di origine italiana, pubblicato dalla Brandeis University press nel 1994: Between Mussolini and Hitler. The Jews and the Italian Authorities in France and Tunisia (Fra Mussolini e Hitler, gli ebrei e le autorità italiane in Francia e in Tunisia). L’invasione della Polonia nel 1939 sorprese e irritò Mussolini. Sapeva che l’Italia era impreparata al conflitto e credeva di avere concordato con Hitler l’apertura delle ostilità agli inizi degli anni Quaranta, quando il piano per la riorganizzazione delle forze armate italiane sarebbe stato completato. Decise l’ingresso in guerra nove mesi dopo, nel giugno del 1940, quando temette che non avrebbe avuto un posto di comprimario al tavolo della pace. Ma annunciò a tutti i maggiori collaboratori che l’Italia avrebbe fatto la «sua» guerra «non per la Germania, non con la Germania, ma a fianco della Germania». Il fallimento della campagna di Grecia lo costrinse a chiedere l’aiuto di Hitler e dimostrò quanto quella strategia fosse illusoria. Ma il principio fu riaffermato ogniqualvolta i tedeschi cercarono d’imporre alle autorità italiane i criteri con cui avrebbero dovuto amministrare le loro zone d’occupazione nella Francia meridionale, in Tunisia e nei Balcani. Nel caso degli ebrei tunisini con passaporto italiano, in particolare, l’Italia aveva uno specifico interesse. Voleva salvaguardare la propria comunità per meglio giustificare le sue mire sul Paese e sapeva che gli ebrei ne rappresentavano la componente più qualificata e influente.

Non tutto in questa vicenda fu calcolo politico. Quando divenne evidente per tutti quale sarebbe stata la sorte degli ebrei catturati dai tedeschi, le autorità italiana rifiutarono il ruolo del complice. So che l’espressione «italiani brava gente» contiene un alto tasso di retorica e non va più di moda. Ma in questo caso può essere ancora legittimamente utilizzata.

mercoledì 23 gennaio 2013

La Stampa - Gigantesca nube puzzolente su Parigi

La Stampa - Gigantesca nube puzzolente su Parigi
Incidente in uno stabilimento
che produce mercaptano, gas che odora di marcio usato per le fialette di Carnevale. La nube visibile da Parigi alla Normandia. Migliaia
di chiamate ai pompieri

venerdì 11 gennaio 2013

Mi consenta il fact-checking | Davide De Luca

Mi consenta il fact-checking | Davide De Luca
Ciò che avrebbe inchiodato ieri alla sedia Berlusconi a Servizio Pubblico

Lavoce.info I conti della macroregione del nord - di Gianfranco Cerea

Lavoce.info I conti della macroregione del nord - di Gianfranco Cerea
Pdl e Lega propongono di costituire una macro-regione del Nord, che dovrebbe finanziarsi trattenendo il 75 per cento del gettito dei tributi erariali localmente pagati. È un’ipotesi finanziariamente sostenibile? E con quali conseguenze per il principio di solidarietà rispetto alle altre aree del paese?